mercoledì 5 giugno 2013

Zea mays

Si fa presto a dire mais, ma poi se cominci a guardarti attorno a coltivarlo questo mais, cominci a raccontarlo, allora le cose si complicano, non è più tutto così semplice e cominci a scoprire che il mais non è solo giallo, non è solo per la polenta, non è solo............., esci dai luoghi comuni e ti si apre un mondo ai più sconosciuto.
Ecco il mio piccolo scrigno di semi, tutti diversi, forme diverse, colori diversi, dimensioni diverse, una biodiversità da salvare e scambiare.
Il mais della spina arriva da Cuneo, lo storo e il maranello dalle parti di Vicenza, il mais colorato americano che mi ha dato Giovanni in realtà si chiama Painted Mountain e si potrebbe continuare e raccontare la storia di ogni varietà, ma mi ha incuriosito il mais in cui mi sono imbattuto casualmente in questi giorni, trovato a un paio di Km da casa mia, la cosa strana che è un mais coltivato da moltissimi anni in una ristretta zona.  
Mi hanno regalato una pannocchia che (tempo permettendo) seminerò, assomiglia come chicco al dentone americano, come colorazione anche se è diversa al Painted Mountain, essendo un mais inusuale per le nostre parti sono portato a pensare che sia arrivato dall'America con gli emigranti che in queste zone sono stati molto attivi nell'andare e venire a partire dalla fine del 1800 fino agli inizi del 1900, ecco questo comincia ad essere un bel dilemma come si chiamerà questo mais e da dove è venuto, la persona che lo coltiva è sulla sessantina e prima di lui lo coltivava suo padre da sempre e la gente li lo ricorda coltivato da sempre, non resta che indagare........................

2 commenti:

semola ha detto...

E' vero la biodiversità andrebbe difesa ad ogni costo...
... io lo facevo con le zucche, ma i semi di quelle che per mancanza di spazio non ho potuto annualmente riseminare non hanno piu' germinato.

mauri ha detto...

Ciao Semola, l'importante è conservarne almeno una parte.