mercoledì 6 luglio 2011

Spighe di grano

Tante cose mi frullano in testa, tanti pensieri, in questi giorni oscuri, ma andiamo per ordine, questa è la notte della rete, è giusto ricordarlo stanno per mettere un bavaglio alla rete, togliere la libertà alla rete e siccome io sono contro ogni tipo di censura e a favore della libertà non posso che aderire a tale iniziativa, per maggiori informazioni si può andare qui oppure qui .

Altra cosa che voglio ricordare è VIK (Vittorio Arrigoni), segnalatami da Vera lunga intervista, molto bella a VITTORIO realizzata da Al Jazeera IN ITALIANO a parte una breve introduzione in inglese, assolutamente da vedere, ecco il link http://english.aljazeera.net/programmes/aljazeeraworld/2011/06/201162975140291805.html direi che dopo averla vista è assolutamente da condividere, l'informazione raccontata dall'altra parte, ovvero quello che non ci viene mai raccontato.
Credo serva a capire meglio parole come democrazia e libertà.
La giornata odierna è stata piacevole anche per l'incontro con Sara , femmina giardinicola (come si definisce lei), incontro impostato sul Km 0, scambio di idee a Km 0, scambio di prodotti del monte contro prodotti della valle a Km 0, e inizio di una nuova amicizia non più solo virtuale, segno che non serve andare lontano per trovare persone interessanti.
Dopo queste divagazioni vorrei portare l'argomento del post sull'uomo visto come raccoglitore, nel mio girovagare sull'Appennino un mese fa ho incontrato delle spighe di grano, e nei miei pensieri è tornato Fukuoka Masanobu pioniere dell'agricoltura naturale o del non fare, la cosa strano è dovuta al fatto che il grano sugli 800 metri dove ho visto le spighe sono decine di anni che non viene più coltivato, sono cresciute assieme ad altre erbe spontanee in una zona marginale
prosperavano benissimo, sono rigogliose, ha una prima analisi non presentano ne segni di malattie ne di carenze, insomma incarnato il sogno dell'agricoltura del non fare.
Da questo spunto parto per dire che esistono tante cose in natura allo stato selvatico o in stato di abbandono che nessuno prende in considerazione, ma  possiamo trovare tante piante cariche di frutta che nessuno raccoglie, questo è uno spreco.
Qualcuno dirà: "questo avviene solo dalle tue parti", ma io dico no, avviene ovunque, piante selvatiche o incolte che nessuno cura e nessuno raccoglie, tante sono le aree marginale, anche nelle periferie delle città, bisogna imparare a guardare e approffittare di queste cose che ci vengono gratis.
Certo non ti vengono portate a casa da nessuno, ma questo è il periodo buono per iniziare, frutta da usare fresca oppure per farne marmellate e poi ci vuole un pò di ingegno, le susine sono un frutto più comune di quello che si pensi, si trovano facilmente, bisogna girare creandosi una mappa delle piante in stato di abbandono in modo che al momento giusto si possa andare a cogliere i frutti, questo è un progetto autarchico.
La difficoltà più grande che si incontra è la non conoscenza di erbe e piante, e la dieta odierna fatta ormai di pochi per non dire pochissimi alimenti, questo ci ha portato in uno stato di difficoltà nel riconoscere le specie commestibili.
Anche un comune parco cittadino ci può fornire qualcosa di utile, troviamo facilmente il tiglio e possiamo raccogliere i suoi fiori per fare delle ottime tisane per l'inverno, anche questo è un modo per avvicinarsi al Km zero, dobbiamo solo tornare alle origini, l'uomo prima di cacciatore fù raccoglitore.
Dobbiamo trovare canali nuovi, spezzare le catene mentali che ci legano a concetti legati a falsi schemi, ormai non riusciamo più a riconoscere la frutta e la verdura di stagione, pomodori tutto l'anno, uva tutto l'anno, si trova tutto continuamente, in questo modo ci hanno rubato le stagioni, bisogna riprendere coscienza e anche andare a raccogliere la frutta abbandonata e incolta è un gesto di rivolta, contro un sistema troppo uguale.
Troppe persone pensano che ci siano solo i funghi da raccolgliere in natura, ma sopratutto pensano che ci siano quasi esclusivamente i porcini buoni da cogliere, gente miope questa che tralascia la biodiversità anche a tavola oltre che in natura.

4 commenti:

semola ha detto...

A distanza di un giorno io e te abbiamo fatto un post con lo stesso contenuto - frutta a costo e km zero.
Ciao Semola

mauri ha detto...

Ok, l'ho visto, ma il mio voleva essere un qualcosa di più ampio, se tu raccogli, baratti, scambi, rompi questo tipo di economia, cerchi di uscire dal sistema, siamo miopi perchè a volte non riusciamo ad andare oltre gli schemi, ci fermiamo a mele, susine, castagne e funghi, ma oltre il muro, oltre la siepe c'è un modo a volte a noi sconosciuto, tante volte non raccolgiamo le erbe perchè non ne conosciamo gli usi che sono andati perduti o più semplicemente perchè non sappiamo più riconoscere le erbe, le vediamo ma non sappiamo di che erba si tratta, tu hai la fortuna di essere raccoglitore, persevera e perfezionati, vedrai che oltre la lavanda c'è un mondo di erbe utili, basta saper osservare e tu sei un acuto osservatore, crea delle mappe per raccolte primaverili, mappe per raccolte estive, mappe per raccolte autunnali e non ultimo mappe per raccolte invernali e diventerai un'uomo ricco di un bene agli altri sconosciuto.

Vera ha detto...

Quando vivevo di campagna, mi capitavano nel campo persone che offesissime ci guardavano male perchè a marzo non avevamo fragole da vendere, che nei supermercati c'erano già da un mese...
Quando sono a spasso non torno mai a mani vuote, due more di rovo o di gelso, una melina slvatica un ciuffetto di asperrime bacche di berberis, un mazzo di grmogli di vitalba, un pugnetto di fiori di camomilla...
hai ragione mauri, bisogna riappropriarsi di una cultura che sta cominciando a sparire anche nelle campagne.

E grazie per aver riproposto il filmato di Vik

mauri ha detto...

Forse è anche già sparita dalle campagne.
Per Vik era il minimo che potevo fare