martedì 15 giugno 2010

«a peste, fame et bello libera nos, Domine»

«a peste, fame et bello libera nos, Domine», così pregavano nel medioevo, ovvero”liberaci, Signore, dalla pestilenza, dalla guerra e dalla fame”, ma chi ci libererà dalla globalizzazione e da questo capitalismo terminale che tanti danni sta arrecando. Vedo solo del gran silenzio assordante, nessuna levata di scudi, la più grande catastrofe ecologica mai avvenuta sta passando in sordina tra censure e false tranquillizazioni, come fosse un fatto lontano che non ci tocca.
Bisogna veramente impegnarsi per leggere notizie in merito a questa catastrofe, per scoprire che Goldman Sachs nel primo trimestre del 2010 ha venduto un numero enorme di azioni della BP, non è che questi che stanno sguazzando nella crisi e facendo soldi a palate, sapessero già della catastrofe che sarebbe successa?, poi i tentativi ridicoli di porre rimedio, con la spazzatura e con i solventi per aumentare il già grave danno.
La nostra televisione, la televisione del nulla con quei programmi del nulla (isole varie, fratelli vari, amici vari) e quei discorsi del nulla, un silenzio assordante su questa catastrofe.
E gli USA?, della gran censura anche da quelle parti, difficile poter vedere i danni alle coste e quelle pioggie maledette che si sono riversate sopra coltivazioni di mais tradizionali e biologiche, che hanno arrecato danno? Nessuno ne parla, e che implicazioni avremo sul clima?, lo vedremo quel battito d’ali di una farfalla cosa riserverà all’europa.
Nel frattempo la Libia, concede a BP dopo questo disastro di perforare nel Mediterraneo a grande profondita e tutti gli altri zitti, tanto se poi ci sarà da risarcire, risarciranno solo la Libia come se gli altri paesi che si affacciano sul Mediterraneo fossero lontani e fosse una cosa che non li riguarda.
Credo che se continua così, altro che crisi o crisi alimentare, qua non si riesce più nemmeno a fare l’orto e questo già di per se dovrebbe preoccuparci, ma ancor di più dovrebbe preoccuparci il fatto che non sarà più un pianeta vivibile.
Preghiere non ne ho che mi possano salvare, sono solo incazzato nero con tutto questo silenzio assordante che ci circonda come se la più grande catastrofe ecologica di tutti i tempi fosse una cosa che non ci riguarda, credo sia ora di svegliarsi, altrimenti ci ritroviamo a passare dalla vita alla morte senza essecene accorti a causa d’un battito d’ali d’una farfalla che stava sopra il golfo del Messico.

Nessun commento: